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Ambasciator non porta pena

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Ambasciator non porta pena Foto di Alexas_Fotos da Pixabay
Supponiamo che tu sia tartassato quotidianamente da una collega che non sopporti e che a sua volta non ti sopporta.
E’ il tuo superiore ma è piena di paure e senso di inferiorità e non si sente per niente a suo agio nel ruolo che l’azienda le ha affidato. Naturalmente questo non lo dice e (crede) di non darlo a vedere. Ma ogni volta che si presenta l’opportunità di esternare il suo malessere lo fa con te. In questo caso quindi tu diventi il classico capro espiatorio.

Come puoi ben immaginare situazioni di questo genere non sono rare, anzi direi che in ogni ufficio che si rispetti si possono osservare comportamenti e reazioni che ruotano intorno a dinamiche di questo tipo. Ecco perché sono sicura che questo consiglio ti sarà utile. Gli antichi lo sapevano bene. Quando un ambasciatore portava al nemico una notizia qualsiasi, anche una dichiarazione di guerra, l’ambasciatore non veniva né catturato, né ucciso, ma semplicemente rimandato al mittente con la risposta al messaggio che aveva portato. Per il tuo bene è necessario che ti alleni a fare altrettanto! Significa semplicemente riuscire a dividere ciò che è l’ambasciata, cioè il messaggio, dall'ambasciatore, ovvero da chi ti porta il messaggio. Spoglia quest’ultimo da ogni responsabilità nei confronti di come ti senti tu a sentire quello che ti sta dicendo. Perciò quando ti trovi di fronte a questa collega e lei comincia i suoi sproloqui contro di te e contro il tuo lavoro, concentra tutte le tue energie su ciò che ti sta dicendo. Se isoli le parole, togli le negazioni e le interiezioni, ti accorgerai che non rimarrà granché di utile di quel dialogo. Probabilmente sarà solo spazzatura, poiché, purtroppo, le persone non sono abituate a far attenzione alle parole che dicono e le sprecano come se fossero cartacce. Così facendo ottieni un duplice vantaggio: 1) Sei talmente impegnato ad analizzare quel messaggio che tutta la tua rabbia (quindi la tua energia) si concentra e si dipana proprio in questo lavoro; un signore che ha letto il mio libro, Le Sette Regole per Parlare Bene, e che ha messo in pratica questo consiglio, mi ha scritto che mentre il suo capo lo offendeva e lo ingiuriava, lui era talmente immerso ad analizzare il messaggio, che molte delle parole del capo gli erano sfuggite e quindi si era trovato al punto di chiedere di ripetere perché non aveva capito bene (!) Era tutto contento e mi ringraziava perché ormai il suo capo, o meglio, le parole del suo capo, non gli facevano più paura. 2) Se tutta la tua rabbia viene confluita nell'analisi delle parole, la tua collega non avrà più alcuna soddisfazione a vessarti. Ricordati che il litigio costa. E molto. Se non si ha un ritorno di qualche tipo, nessuno è disposto a spendere a vuoto. Se la tua collega ti ha preso di mira ma vede che la preda non è più spaventata, non avrà più alcun senso per lei continuare a cacciare invano. Ovviamente lo stratagemma ambasciator non porta pena è solo il primo passo, ma io ritengo che sia fondamentale! Se ciò che Tizio mi dice non ha nulla a che fare con Tizio, io posso gestire la mia rabbia verso Tizio in modo più costruttivo. Posso dominare la mia persona quando si trova in relazione con Tizio. La vita di tutti i giorni è una meravigliosa palestra, dato che ci sono innumerevoli occasioni che ti si possono parare davanti e che non sono proprio così gradevoli. Bene. Accettali come doni inestimabili che ti aiutano ad allenarti a diventare un ottimo mandante e ricevente di messaggi sostenibili. Se vuoi approfondire questo metodo guarda la mia lezione gratuita e impara a diventare il sovrano del tuo regno, il regnante che riceve di volta in volta gli ambasciatori. Alcuni portano messaggi amici, altri no. Punto e basta.